CIVICI D’AMORe, una mappa di Milano

2007 - civici damore, calco, particolare

LAVA STIRA PREGA

2007 - coperta del centro storico

"Nell’Atene di oggi , i trasporti pubblici si chiamano metaphorai.

Per andare al lavoro o rientrare a casa, si prende una <<metafora>>."

 

 

Michel De Certeau, "L’invention du quotidien"

"Perché un nativo giunga a rappresentare l’immagine di una città

occorrono motivi che inducono a viaggiare nel passato anziché in luoghi lontani."

Walter Benjamin, "Il ritorno del flaneur"

Se, come ci ricorda De Certeau, i racconti altro non sono che percorsi di spazi, ben si può dire che l’attraversamento di un territorio è così prossimo alla narrazione da essere in sé la visualizzazione materiale e concreta della memoria e del sogno. Spesso si passeggia, soprattutto nella propria città, come in uno stato di trance di fronte alla sorpresa di essere stati.

Ma, a differenza del flaneur, in Roberta Colombo il ricordo resta indice di uno sforzo di riappropriazione della memoria e dello spazio insieme, anzichè di pura perdita. Così, in questo inattuale viaggio, Roberta ci precede e ci accompagna, in video, con la sua bicicletta metafora, nell’esperienza letterale del ricalco dei civici della sua vita intima e privata. CIVICI D’AMORE, appunto, che danno luogo a soste e tappe di una mappa in cui potersi perdere e ritrovarsi si somigliano. Un labirinto guidato, una deriva pilotata, il gesto e la ripresa del gesto, un’unità di rischio e di controllo insieme.

50 anni sono una soglia da cui guardare ciò che oggi ci attraversa con lo sguardo già denso dell’attraversato; un compimento non compiuto ma già avviato, l’ennesimo inizio. Un presente-passato che coincide con l’immagine di un territorio sminuzzato ora ricomposto, anzi, ricucito. Una LINEA ROSA tutta per sé, una COPERTA fatta dall’alto che ripercorre, nei frammenti di indumenti e stoffe chiesti agli amici e ai figli, il caldo tracciato della relazione. Un per CORSO GARIBALDI di ceramica smaltata, tra via Moscova e via Pontaccio, che combina insieme l’architettura presente del vissuto e l’architettura mai presentata del desiderio: giardini e fontane, una spirale di Serra, una molletta di Oldemburg, finti Gehry, MRVD e Foster… a Milano! E che dire dei GIARDINI PUBBLICI dove i nomi scientifici di alberi esistenti riecheggiano luoghi lontani, paesaggi esotici.

Il DUOMO è circondato solo da nomi…, solo nomi di vie e di strade? Forse è ancora un centro, ma, nel labirinto intessuto della mappa multiforme che Roberta Colombo ci propone, appare anche come una via di uscita: la miniatura si fa grandezza dell’immaginario.

 

Maurizio Giannangeli

2008 - CERA UNA VOLTA - ready made                                                                                                             2008 - AI MIEI FIGLI - divisa

2007 - il Duomo

2007 - i Giardini Pubblici, particolare

2007 - corso Garibaldi

2012 - vedute sedute